15 Aprile 2020

Intervista di fine stagione: Stefano Simeoli



Dal campo alla panchina: un tragitto che in tanti nella storia del basket hanno fatto, un percorso quasi naturale che porta dall’esprimere la propria passione sul parquet a cercare di trasmetterla alle generazioni future. Un percorso che ha deciso di intraprendere anche Stefano Simeoli che, dopo le ultime due stagioni in maglia Virtus, nelle quali ha conquistato anche una promozione in serie B, ha deciso di restare in rossoblu per dare il via al proprio percorso da allenatore.

Questa è stata la tua prima stagione da quando hai deciso di appendere le scarpette al chiodo. Come ti sei trovato nel nuovo ruolo di allenatore?

«Già gli anni scorsi, quando ancora giocavo, davo una mano come preparatore, ma era una cosa molto diversa; quando smetti completamente e inizi ad allenare c’è bisogno di un periodo di adattamento, e in questo devo ringraziare gli allenatori che mi hanno avuto da vice che mi sono stati sempre di enorme aiuto, mi hanno sempre supportato, motivato e mi hanno insegnato tante cose».

«Il basket è la mia più grande passione, per me stare in campo è una cosa naturale, è da quando ho 6 anni che gioco, mio padre era giocatore, quindi per me stare in campo è come stare a casa mia. Il mio più grande obiettivo di quest’anno era riuscire a trasferire la mia passione ai ragazzi, e spero di esserci riuscito, mi rivedo molto in loro».

«Se vogliamo fare un bilancio, la mia prima stagione da allenatore è stata super positiva, a parte ovviamente il finale, ma è una cosa che nessuno di noi poteva prevedere. Ovviamente è una situazione che dobbiamo prendere per com’è, ogni momento di difficoltà può essere preso come motivazione e opportunità per crescere».

Stefano Simeoli

Stai continuando il lavoro con i ragazzi, in che modo?

«Certo, come allenatori facciamo delle riunioni online più volte a settimana per confrontarci sulle varie situazioni, anche su come fronteggiare quella attuale, come stare vicino ai ragazzi, come motivarli, come creare delle situazioni positive che possano aiutare in un momento di difficoltà come questo, cercare di essere un’ispirazione e un esempio per loro. Con i ragazzi invece ci alleniamo in pratica tutti i giorni, con tutti i gruppi facciamo, sempre online, principalmente lavoro atletico, perché per il basket ovviamente non tutti hanno un canestro a casa».

«Il nostro primo obiettivo è tenere i ragazzi motivati, ogni giorno ho l’intento di allenare i ragazzi, di stargli vicino e cercare di essere una motivazione per loro, anche per me personalmente in un periodo del genere qualsiasi cosa fa bene, anche il semplice vedersi è una cosa positiva. Per me ma anche per i ragazzi un impegno giornaliero è una cosa che tiene positivi, cerchiamo di sfruttare al massimo anche una situazione come questa per poi riprendere l’anno prossimo, quando sarà, per provare a tornare migliorati e più uniti di prima».

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